Questo articolo è apparso originariamente su Hobart il 23 febbraio 2017

 

Potrebbe essere un intruso qualunque, ma è lei. Stava camminando in un quartiere pittoresco con vecchie case in stile vittoriano e qualche villetta fatiscente, quando ha visto un foglio attaccato su una delle porte d’ingresso. Era una pagina di un quaderno a righe con scritto «LIBERO» tutto maiuscole, attaccata alla porta con del nastro adesivo. Sembrava uno di quei biglietti che si lasciano sui mobili mezzi rotti a bordo strada. Immagina che la funzione originale del foglio fosse quella, che qualcuno l’abbia staccato e spostato su questa porta, che si tratti di una specie di scherzo.

Bridget bussa prima di entrare, ma la porta è socchiusa e lei è perennemente sola e vuole credere in questo grandioso miracolo, una casa a disposizione, abbandonata. È nuova in questa città, dopo aver lasciato la sua di punto in bianco e aver guidato fin qui. Questa le sembrava una buona idea perché da piccola c’era stata in vacanza una volta, ed era rimasta così affascinata dall’esperienza che poi non si era cambiata la biancheria per diversi giorni. Aveva addirittura conservato il sasso che a un certo punto del viaggio le era entrato nella scarpa.

E ora è tornata e sta camminando in casa di un’altra persona con un coraggio spaventoso. È la guardiana di uno zoo, o almeno lo era nell’altra città, ma questo è un coraggio diverso da quello che le era servito per guadagnarsi il rispetto di un gorilla silverback molto intelligente.

La casa è per la maggior parte sgombra ma ci sono ancora diversi oggetti sparpagliati da una stanza all’altra. Fa un inventario: una lampada da tavolo posata sul pavimento, un poggiapiedi infossato, una sedia con tre gambe. Bridget pensa che forse i proprietari si sono trasferiti, ma stanchi di imballare tutte le loro cose inutili semplicemente hanno smesso prima di aver finito. La speranza cresce in lei nonostante la sua riluttanza.

Negli sportelli ci sono graffette, elastici, briciole indurite dal tempo, tovaglioli di carta spiegazzati. Una stanza è completamente vuota, fatta eccezione per un adesivo di Strawberry Shortcake che è impossibile staccare dal pavimento e un dipinto piuttosto impressionante di un naufragio. Pensa che il dipinto rappresenti la Zelda Fitzgerald, o forse l’Edmund Fitzgerald. In ogni caso, Gordon Lightfoot dedicò una canzone a questa nave, ne è quasi certa.

Il frigorifero c’è ancora e ci sono dei fogli appesi con una calamita. Il primo è un questionario in bianco intitolato Impara i cinque sensi. Il secondo è una relazione scientifica sui minerali. «Il berillo è un minerale. Questo minerale è prezioso per le sue impurità che gli conferiscono colore. Ad esempio, lo smeraldo è un tipo di berillo». Smette di leggere, deduce che qui vivevano due bambini e che uno dei due è incredibilmente sveglio.

Bridget ha fame ma il frigo è vuoto, il che è un bene perché forse significa che la famiglia se n’è andata davvero. Stacca il foglio dalla porta d’ingresso, la chiude, sale in macchina in cerca dell’alimentari più vicino. La donna alla cassa le passa un panino e Bridget dice «Grazie» continuando a fissare il panino, così non è chiaro se stia ringraziando la donna per il panino o il panino per il fatto di essere cibo.

Torna indietro e la casa è ancora abbandonata. Porta dentro alcune scatole dal portabagagli, le vene le si riempiono di adrenalina quando pronuncia la parola «abusiva» ad alta voce.

Bridget stacca il questionario dal frigorifero e inizia a compilarlo. Scrive «Bridget Burgess» su Nome _______________.

Continua:

Un odore che mi piace è quando cammino in una strada sporca e all’improvviso arriva odore di bucato da una bocchetta di aerazione_____.

Il motivo per cui Bridget se n’era andata era triplice: (1) Lavorava per uno dei migliori zoo del Paese, ma era in uno Stato del Midwest e iniziava a sentirsi soffocata da tutta quella terra. (2) Per essere un guardiano perfetto bisogna stabilire un legame con ogni animale, il che la sfiniva e non le lasciava tempo per legami diversi, più umani. (3) Il suo collega le aveva detto che era una brava persona e questo pesava su di lei da settimane.

In più, ha dei quesiti che avrebbe dovuto lasciarsi alle spalle tempo fa. O di cui avrebbe dovuto conoscere la risposta. Ad esempio: «Come fanno le unghie dei piedi a rimanere attaccate?». E: «Perché non vedo mai delle donne alla guida dei furgoncini dei gelati?». Bridget sentiva che, rimanendo nello stesso posto, non avrebbe mai trovato le risposte o non sarebbe mai riuscita a concentrarsi su nient’altro.

Al lavoro dava da mangiare agli animali e osservava i visitatori al di là del vetro ed era come guardare un dipinto di gente stanca che vede l’America. I bambini schiamazzavano e i genitori rovistavano in cerca di chissà cosa nelle tasche extra large dei loro pantaloncini o nelle loro borse. Erano molto meno prevedibili degli animali.

Prima notte da abusiva e nessuno è entrato in casa. Il condizionatore non funziona. L’aria che entra dalle finestre aperte può essere definita solo come «densa», talmente pesante che diventa solida un attimo prima di colpirle i polmoni. Forse l’asma è proprio così, pensa. Pezzi solidi di aria che si ammassano nella trachea.

Si alza e cammina avanti e indietro. Riempie il questionario ai punti due e tre ma li cambia da «mi piace» a «non mi piace».

^non

2. Un suono che mi piace è lo sfregarsi del polistirolo_____.

^non

3. Una sensazione che mi piace è stare sdraiata in una stanza opprimente che non è mia_____.

Prima di andarsene, aveva chiamato sua sorella per avvertirla. Era il giorno in cui sembrava che una zebra fosse scappata ma era stato solo un falso allarme. Bridget non capiva come qualcosa di così poco confondibile con il contesto potesse scomparire. Sua sorella le chiese cosa pensava di fare adesso.
«Perché devo fare qualcosa per forza? Perché non posso semplicemente… andare in cerca di cibo?»
«Andare in cerca di cibo?»
«Sì. Gli scoiattoli nel mio giardino vanno in cerca di cibo. Lo cercano e lo trovano e poi vanno a cercarne altro. Puoi riempire una vita intera facendo solo questo».

Riempire. Colmare. Come se fosse una cosa da fare con una vita. Come se uno prendesse la vita e l’affrontasse come una tesina dalla lunghezza prestabilita, inserendo uno spazio in più tra le frasi e aumentando un po’ il carattere.

«Cosa intendi, Bridg?» le chiese la sorella senza smettere di parlare, e Bridget cercò di non ascoltare il resto.

 

Dopo alcuni giorni, realizza che la casa è sua davvero, anche se ancora non capisce come sia possibile. Si sente nostalgica, ma non sente la mancanza di casa. La nostalgia è la maniera più pura di sentire la mancanza di casa perché si può vivere davvero soltanto nel passato. Il passato è l’unica cosa ad avere una forma distinta, l’unica vera costante in una vita.

Arriva un pacco. Il destinatario è Penelope Apple e a Bridget sembra più un personaggio di Cluedo che una persona reale proprietaria di questa casa.

Apre la scatola ed è quasi tutto pluriball. Sul fondo c’è una piccola bomboletta di spray al peperoncino, extra forte. Inizia a preoccuparsi della sua sistemazione. Forse è un messaggio di cattivo gusto dell’autore del foglio, fa parte dello scherzo. Come se questa fosse una trappola, una specie di test. Difenditi, abusiva che non sei altro. Parassita della società.

Chiude tutte le finestre. Strappa la plastica spessa che riveste lo spray al peperoncino e prova a usarlo. Pensa al cinghiale dello zoo, al fatto che se la sua zanna non venisse spuntata gli crescerebbe nel cranio, per poi ucciderlo. I nervi sono la sua zanna e lei non può lasciarli vincere.

Compila le ultime due domande del questionario nel modo giusto.

4. Un sapore che mi piace è la pizza del giorno prima______.

5. Un’immagine che mi piace è lo sguardo ammirato di un panda rosso_____.

Si siede sul pavimento accanto alla lampada e aspetta che qualcuno venga a prenderla.

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Claire Hopple ha scritto racconti pubblicati da Monkeybicycle, Bluestem, Quarter After Eight, Timber, Hermeneutic Chaos, District Lit, Knee-Jerk, Third Point Press, Foliate Oak e altri. Date un’occhiata alla sua rubrica su Maudlin House. Per maggiori informazioni: clairehopple.com.

Titolo originale, Tired People Seeing America, copyright @ Claire Hopple, all rights reserved
Traduzione di Agnese Capaccioli