Questo racconto è apparso originariamente su Bennington Review numero 2, autunno-inverno 2016.
Ci passano tutti i giorni: largo otto corsie, un complesso sistema di semafori appesi, un labirinto di frecce verniciate sull’asfalto, segnali di varie dimensioni piantati tutto intorno con istruzioni per gli automobilisti. Ogni giorno attendono che i semafori scattino, che il traffico avanzi di un centimetro, mentre gli orologi dei cruscotti segnano il tempo buttato via in questo deprimente quadrato di cemento. Difficile biasimarli se si attaccano ai clacson, se fanno rombare i motori.
Sanno che quei rumori sono udibili nei negozi ai quattro angoli dell’incrocio, il supermercato, il fast food, la lavanderia. L’aria è così affollata di cavi e segnali stradali che molti automobilisti potrebbero non notare la casetta sul quarto angolo, appena prima della fila di negozi. Una casa dai rivestimenti beige a buon mercato, con pesanti tende alle finestre che devono lasciare in ombra l’interno. Quando la scorgono dalle auto, pensano alla famiglia infelice che ci vive.
La famiglia in realtà non è infelice, una madre lavoratrice con due bambini piccoli. La madre non riesce a credere di essere così fortunata dopo tutto quello che ha passato. Una casa tutta sua, con stanze spaziose ed elettrodomestici moderni, in una periferia rispettabile dove i bambini vengono portati a scuola gratis dallo scuolabus. Che belle quelle finestre nuove che si chiudono con uno scatto preciso! C’è persino un piccolo giardino sul retro, per i pomeriggi estivi, il bambino più piccolo se ne sta nella piscinetta gonfiabile, la femmina sull’erba e la mamma con una ciotola di pretzel appoggiata sullo stomaco (dove sta crescendo un tumore mortale). Se sua madre potesse vederla adesso ne sarebbe orgogliosa.
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Deb Olin Unferth ha scritto tre libri, l’ultimo dei quali è il memoir Revolution. Ha pubblicato su Harper’s, The Paris Review, Granta, Tin House, New York Times e McSweeney’s. È professoressa associata di scrittura creativa alla University of Texas, Austin.
Titolo originale, The Intersection @ Deb Olin Unferth, all rights reserved
Traduzione di Umberto Manuini